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Abolire il patto di stabilità per i piccoli comuni e favorire le Unioni per una governance unitaria e più efficiente

Tributi e finanze

05/02/2013

Abolire il patto di stabilità per i piccoli comuni o, in alternativa, consentire che la norma sia abrogata per i Comuni che nell’anno 2013 avvieranno concretamente la gestione associata delle funzioni. Senza dimenticare le difficoltà che riguardano la gestione ordinaria e straordinaria dei piccoli centri e la necessità di dare risposte concrete alla cittadinanza. Si è parlato di Patto di Stabilità e Unione dei Comuni, ieri, lunedì 4 febbraio, a Tocco da Casauria nel corso di un convegno promosso dal Comune di Tocco da Casauria, al Teatro Michetti, a cui hanno preso parte moltissimi amministratori abruzzesi, insieme ai cittadini toccolani e della Val Pescara e un nutrito gruppo di funzionari pubblici.

Interessati da interventi normativi, sia sul piano ordinamentale e delle gestioni associate che su quello finanziario, i piccoli comuni si infatti trovano a vivere una nuova e difficile fase che modificherà pesantemente condizioni di funzionamento e prospettive per il futuro. Da un lato il processo di costruzione delle gestioni associate e dall’altro il Patto di Stabilità che dal primo gennaio 2013 interessa anche i Comuni dai 1000 e 5000 abitanti. All’incontro, moderato da Domenico Logozzo, capo redattore centrale Tgr Rai che ha ricordato come sia importante che si parta dal basso per avanzare proposte che consentano ai piccoli centri di affrontare le sfide dell’oggi, e aperto dall’intervento del sindaco di Tocco da Casauria Luciano Lattanzio, hanno preso il presidente della Provincia di Pescara Guerino Testa, il senatore Giovanni Legnini, il consigliere provinciale Antonio Castricone, il docente e dirigente pubblico Ebron D’Aristotile e i sindaci dell’Unione dei Comuni dei Casauriense Luciano Lattanzio (Sindaco di Tocco da Casauria), Antonello Linari (Sindaco di Torre de’ Passeri) e Gianmarco Marsili (Sindaco di Castiglione a Casauria). “Abolire il patto di stabilità per i Comuni da 1000 a 5000 abitanti oppure liberare le risorse per preservare il territorio, per la green economy e per l’edilizia scolastica, potrebbero essere le iniziative in atto per evitare di decretare il de profundis dei piccoli comuni– ha sottolineato il primo cittadino Luciano Lattanzio – ovviamente, partendo dall’Unione dei Comuni che rappresenta un’indubbia opportunità per ottimizzare costi e servizi. Auspico che in questo percorso in cui si stanno scrivendo nuove governance che, ci auguriamo, favoriscano un cambio di passo del sistema paese, non siano i piccoli centri a pagare lo scotto più alto. L’Italia non potrà ripartire senza il contributo fondamentale degli Enti Locali, a partire dai piccoli Comuni. Ringrazio tutti i relatori intervenuti al dibattito che hanno saputo cogliere e discutere concretamente le difficoltà che riguardano la gestione e l’amministrazione dei piccoli comuni, i colleghi amministratori dei paesi di Bussi sul Tirino,  Torre de’ Passeri, Castiglione a Casauria, Lettomanoppello, Pescosansonesco, Scafa, Alanno, Perano e i cittadini intervenuti”.