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Parco Maiella Morrone

Parco Maiella Morrone

(dal sito http://www.parcomajella.it )

Tocco da Casauria è un paese ricco di risorse paesistiche ed è inserito lungo l'asse di due parchi nazionali di estrema rilevanza naturalistica: il Parco Nazionale della Maiella e del Morrone ed il Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga. Il territorio del Comune è quasi interamente inserito nell'ambito del primo. Di esso si riporta una sintetica descrizione di seguito.

Il Parco Nazionale della Majella e del Morrone si caratterizza per l’elevata montuosità del suo territorio, infatti ben il 55% si trova a quote superiori ai 2000 metri. Al suo interno racchiude vaste aree (widelands), che presentano aspetti peculiari di natura selvaggia (wildland), la parte più pregevole e rara del patrimonio nazionale di biodiversità.

Allo stato attuale delle conoscenze, il Parco ospita oltre il 78% delle specie di mammiferi presenti in Abruzzo, e oltre il 45% di quelle italiane. Considerando le lacune di dati su alcuni gruppi numerosi come gli insettivori e i chirotteri, si può già affermare che anche relativamente a questa componente faunistica, esso costituisce un vero e proprio "hot spot" per la conservazione della biodiversità.

Le 2114 entità vegetali conosciute per il territorio del Parco sono distribuite in più di 50 differenti habitat, dislocati nei vari piani altitudinali. La peculiarità dell’habitat è data soprattutto dal numero di endemismi, che nel Parco ammontano a ben 142 specie vegetali, concentrati in gran parte negli orizzonti culminali. A livello floristico, il Parco rappresenta il settore più meridionale d'Europa della Regione Alpina ed un vero e proprio crocevia di flussi genetici, con categorie di grande prestigio ecologico e fitogeografico: infatti con oltre 2.000 entità floristiche il Parco ospita il 65% della flora abruzzese, il 37% di quella italiana ed il 22% di quella europea. Gli ambienti di alta quota ospitano anche specie di notevole pregio faunistico, tra cui il Camoscio appenninico e la Vipera dell’Orsini, specie prioritarie ai sensi della Direttiva HABITAT/92/43/CEE.

Al di sotto degli ambienti culminali è presente la fascia degli arbusti contorti costituita dal Pino mugo che sulla Majella costituisce la formazione vegetale più estesa dell’Appennino. Tra i 1800 m circa e gli 800 m. sono presenti i boschi rappresentati dalla faggeta e intercalati dai prati e pascoli. Questi sono gli ambienti elettivi degli ungulati selvatici e di predatori come l’orso e il lupo, anch’esse specie prioritarie ai sensi della direttiva appena citata.

Oltre che ambienti naturali, il territorio del Parco presenta anche una discreta superficie occupata da aree agricole abbandonate ormai da lungo tempo e in fase di lenta evoluzione naturale verso ecosistemi più complessi (arbusteti, pascoli arborati, boschi di neo formazione, ecc.).

Altri esempi di segni lasciati dall’Uomo sono i rimboschimenti con pinete o gli stessi pascoli e prati falciabili. In quest’ultimo caso le attività umane condotte da secoli hanno ampliato la diffusione di certe specie e hanno contribuito significativamente a mantenere la biodiversità. Infatti, mantenere alcune pratiche agricole, come l’allevamento estensivo o un’agricoltura condotta in maniera tradizionale, può essere uno strumento fondamentale per conservare ambienti, che sono frutto di interazione tra Uomo e Natura; di contro la riforestazione dei pascoli, seppur naturale, porterebbe ad una drastica diminuzione di certe specie sia vegetali che animali.

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