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“Patto di Stabilità e Unione dei Comuni: tramonto o nuove sfide per i piccoli centri?”

Tributi e finanze

01/02/2013

Interessati da interventi normativi, sia sul piano ordinamentale e delle gestioni associate che su quello finanziario, i piccoli comuni si trovano a vivere una fase nuova e difficile che modificherà pesantemente condizioni di funzionamento e prospettive per il futuro. Da un lato il processo di costruzione delle gestioni associate e dall’altro il Patto di Stabilità che dal primo gennaio 2013 interessa anche i Comuni dai 1000 e 5000 abitanti. Si parlerà di questi temi nel corso del convegno promosso dal Comune di Tocco da Casauria  e in programma lunedì 4 febbraio, alle ore 18.00, al teatro Michetti e intitolato appunto “Patto di Stabilità e Unione dei Comuni: tramonto o nuove sfide per i piccoli centri?”.

All’incontro, in cui si approfondiranno aspetti sia tecnici e che politici legati alle riforme in atto, prenderanno parte: il presidente dell’Anci Abruzzo Antonio Centi; il presidente della Provincia di Pescara Guerino Testa; il senatore Giovanni Legnini, il consigliere provinciale Antonio Castricone, il consigliere comunale Gianluca Fusilli, il professore e dirigente pubblico Ebron D’Aristotile e i sindaci dell’Unione dei Comuni dei Casauriense Luciano Lattanzio (Sindaco di Tocco da Casauria); Antonello Linari (Sindaco di Torre de’ Passeri) e Gianmarco Marsili (Sindaco di Castiglione a Casauria). A moderare il dibattito penserà Domenico Logozzo, Capo Redattore Centrale Tgr Rai. “Mi auguro che l’incontro di Tocco da Casauria, a cui prenderanno parte anche tanti colleghi sindaci abruzzesi, insieme ai cittadini toccolani e della Val Pescara, – ha sottolineato il primo cittadino Luciano Lattanzio – possa essere utile per riflettere sulle problematiche che ci troveremo ad affrontare nel corso del 2013 e quelle che ci riguarderanno negli anni a venire, ma anche per trovare insieme, con il confronto, delle soluzioni. Concretamente, il Patto di stabilità impedirà anche a quegli Enti virtuosi come il nostro, cioè quei Comuni che hanno i soldi in cassa, di finanziare, per esempio, opere pubbliche per ridare ossigeno a un’economia locale sempre più prostrata. La politica ragiona spesso e solo in termini di numeri, pensando forse che i Comuni fra i 1000 e 5000 abitanti rappresentano “solo” il 18% della popolazione e che dunque possono essere sacrificati. Ma non è così perché si dimentica che proprio questi Enti coprono un territorio di oltre il 60% del territorio nazionale. Parallelamente – ha aggiunto ancora Lattanzio - i Comuni stanno portando avanti il processo di costruzione delle gestioni associate, un cammino che con i colleghi di Torre de’ Passeri e Castiglione a Casauria abbiamo già avviato, ma che si preannuncia lungo e faticoso e con inevitabili difficoltà soprattutto nella fase di organizzazione. Auspico che in questo percorso in si stanno scrivendo nuove governance che, ci auguriamo, favoriscano un cambio di passo del sistema paese, non siano i piccoli centri a pagare lo scotto più alto. L’Italia non potrà ripartire senza il contributo fondamentale degli Enti Locali, a partire dai piccoli Comuni”.